Agro-fotovoltaico: cos’è, perché nasce e che risultati può garantire
29 Maggio 2019 | Efficienza Energetica
Sebbene il settore fotovoltaico italiano sia in crescita e proiettato verso obiettivi sempre più grandi, alcuni nutrono ancora forti dubbi sulla sostenibilità degli impianti fotovoltaici, soprattutto di quelli a terra.
Probabilmente sarà capitato anche a te di storcere il naso vedendo distese di terreno coperte da pannelli fotovoltaici e soprattutto di chiederti se infondo quelle voci sui danni ambientali non abbiano un fondo di verità…
Beh il paesaggio muta totalmente, è innegabile. In meglio o in peggio? Solo il gusto di ognuno di noi può deciderlo! È un fatto invece, che il fotovoltaico e in questo caso particolare, l’impianto a terra, non provoca danni ambientali tutt’altro, in alcuni casi può apportare addirittura doppi benefici.
È il caso dell’agro-fotovoltaico: l’impianto fotovoltaico installato su terreni coltivabili che oltre a produrre elettricità solare è in grado di garantire ottimi risultati per l’agricoltura.
Ti interessa saperne di più? Continua la lettura di questo articolo, insieme scopriremo cos’è l’agro-fotovoltaico, i risultati degli esperimenti condotti finora e le prospettive future. Buona lettura.
Indice
Agro-fotovoltaico, definizione e contesto
Per il 2050 si stima che la popolazione mondiale arriverà a quota 10 miliardi, il che porterà ad un aumento della produzione alimentare del 60%. Sappiamo bene che per produrre cibo occorre acqua che a sua volta deve essere pompata tramite energia, risulta quindi evidente quanto il settore agricolo sia legato si a quello idrico, ma anche a quello energetico.
Considerando che ad oggi, la produzione di energia elettrica dipende ancora per l’80% dai combustibili fossili,è indispensabile rendere la produzione di energia più efficiente, quindi meno impattante.
Per questo motivo, si sono susseguite diverse tesi e sperimentazioni sul connubio rinnovabili e agricoltura affinché l’interconnessione fra acqua, energia e agricoltura, agisca l’uno sull’altro con effetto moltiplicatore.
Adolf Goetzberger fondatore della Fraunhofer Institute for Industrial Energy (l’organizzazione tedesca che raccoglie 60 istituti di ricerca applicata) nel 1981 scrisse un articolo, dal titolo “Kartoffeln unter del Kollektor” (in italiano: patate sotto i pannelli) in cui già ipotizzava i benefici dell’abbinamento solare–agricoltura.
Nel 2016 l’ipotesi si è concretizzata nel primo impianto sperimentale di agro-fotovoltaico, in Germania vicino al lago di Costanza.
I risultati attestati
L’impianto, caratterizzato da una struttura alta cinque metri, con pannelli di potenza totale di 194 kilowatt, copre quattro tipi di colture: frumento invernale, patate, trifoglio e sedano.
Con questa particolare struttura rialzata, i pannelli non disturbano le attività agricole, anzi: le patate hanno aumentato la loro resa, rispetto all’anno precedente, fino al 186%, il sedano del +12%, il frumento del +3% e solo il trifoglio ha registrato -8%.
L’ombreggiamento parziale sotto ai pannelli, conferisce al terreno ottime condizioni, di cui i risultati sopra.
Inoltre in estati particolarmente calde, come è stata quella del 2018, permette alle piante di resistere meglio alle condizioni di caldo e secco.
Questo sistema potrebbe dunque rivelarsi particolarmente vantaggioso nelle regioni aride.
Il sistema influisce anche sulla distribuzione dell’acqua durante le precipitazioni e sulla temperatura del suolo: in primavera e in estate, la temperatura del suolo risulta infatti inferiore a quella del campo tradizionale, mentre la temperatura dell’aria è identica.
Contestualmente sul fronte energetico, la resa dei pannelli si è attestata all’80% e l’irraggiamento solare al di sotto dei pannelli era di circa il 30% in meno rispetto ai campi tradizionali.
Agro-fotovoltaico in Italia
In Italia sono già presenti da anni, alcuni eccellenti esempi di agro-fotovoltaico, ma a differenza dei “classici” pannelli fotovoltaici su edifici, fatica a diffondersi.
I motivi sono molteplici, uno su tutti, il fattore estetico accennato nelle prime righe dell’articolo. Questo fa sì che in molti casi, non si riesca ad ottenere i permessi necessari, in quanto il sistema di pannelli snatura il paesaggio agricolo.
A questo aggiungiamo una normativa molto complessa e priva di riferimenti specifici per il caso, e costi molto onerosi per sostenere l’intervento.
Se è pur vero che i costi sono importanti potrebbe essere altrettanto importante valutare alcune opportunità…
Oltre la doppia potenzialità di produzione di energia e coltivazione, questo sistema potrebbe diventare particolarmente vantaggioso per tutti quei terreni abbondati che in questo modo potrebbero tornare alla coltivazione, garantendo al contempo, un forte impatto positivo sul fronte occupazionale.
Il futuro è già qui, perché aspettare?
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Sono pienamente d’accordo, ma è da approfondire molto di più.
Buon giorno Antonio.
Certo, è da approfondire molto di più, quel che, è solo l’inizio di una consapevolezza del problema …
Come diceva il buon Socrate: “Più so e più so di non sapere” che conferma quanto da lei suggerito.