Caldaia a condensazione o pompa di calore: quale conviene oggi?
5 Settembre 2022 | Efficienza Energetica
In questa guida sono raccolte le principali differenze tra la caldaia a condensazione e la pompa di calore, i vantaggi e gli svantaggi dei due tipi d’impianto e i consumi a confronto. Piccola anticipazione: uno è nettamente più conveniente dell’altro
Dopo anni di onorato servizio la tua caldaia iniziare a essere meno affidabile di un tempo: sempre più spesso necessita di piccoli interventi e quando occorre sostituire delle componenti può capitare che i costi superino il valore dell’impianto stesso.
E vogliamo parlare dei consumi? Agli attuali prezzi del gas la spesa si fa davvero insostenibile.
È arrivato il momento di sostituirla, ma con cosa? Nuova caldaia a condensazione oppure pompa di calore?
Immagino che sarai combattuto, la prima rappresenta l’evoluzione di quella che ti accompagnato in tutti questi anni, mentre la seconda si basa su una tecnologia del tutto diversa, ma apparentemente molto più efficiente.
Per fare la scelta giusta ti occorrono informazioni chiare e concrete sia sulla caldaia a condensazione, sia sulla pompa di calore.
Per questo abbiamo pensato a questa guida che spiega brevemente le principali differenze dei due impianti (senza superflui tecnicismi), gli aspetti vantaggiosi e quelli meno, gli incentivi dedicati e quali consumi aspettarsi.
Ti assicuro che a fine articolo ti sarà certamente chiaro dove indirizzare il tuo prossimo acquisto.
Se la premessa ti sembra interessante mettiti comodo e buona lettura!
Indice
Gli impianti più impiegati oggi
Attualmente, gli impianti più impiegati in Italia per la climatizzazione degli ambienti e per la produzione di acqua calda sanitaria (ACS) sono:
- caldaia tradizionale;
- caldaia a condensazione;
- caldaia a biomassa;
- pompa di calore;
- impianto solare termico.
La caldaia tradizionale utilizza il gas per scaldare l’acqua da destinare al riscaldamento e/o all’uso sanitario, oggi è ampiamente superata, perché a differenza di quella a condensazione, offre scarse prestazioni e genera notevoli sprechi, economici e ambientali.
La caldaia a biomassa, anziché essere alimentata a gas, brucia pellet/cippato/segatura/legna a pezzi, dunque, fonti rinnovabili. Il reperimento di queste fonti, però, richiede un impegno a cui il fruitore della tradizionale caldaia non è abituato: occorre raccogliere le risorse, gestire il trasporto, organizzare lo stoccaggio ed eseguire con costanza la pulizia dell’impianto.
La manutenzione necessaria, l’ingombro della materia da bruciare e il relativo costo, ne ostacolano la concreta diffusione.
Un altro impianto che si serve di una fonte rinnovabile è il solare termico e permette di produrre acqua calda a costo zero e senza impattare sull’ambiente. Il principale svantaggio è legato all’impossibilità di abbinarlo ai classici radiatori. Poiché lavora con una bassa temperatura di mandata, assicura ottime prestazioni solo se unito all’impianto di riscaldamento a pavimento o un impianto idronico con ventilconvettori.
Questa limitazione, in molti casi, scoraggia il potenziale acquirente.
Adesso passiamo a scoprire nel dettaglio i protagonisti della nostra guida: caldaia a condensazione e pompa di calore.
Caldaia a condensazione: vantaggi e svantaggi
La caldaia a condensazione abbinata ai radiatori rappresenta oggi il sistema più impiegato per il riscaldamento domestico e la produzione di acqua calda sanitaria.
Rispetto al suo predecessore, questo tipo d’impianto, si avvale di una tecnologia che permette di recuperare i fumi di scarico prodotti, così da impiegarli nuovamente nel processo.
Infatti, le caldaie tradizionali utilizzano solo una parte del calore ricavabile dai fumi di combustione proprio per evitare la condensazione, la quale, potrebbe causare la corrosione delle parti del generatore. Questo vapore acqueo prodotto in eccesso viene disperso nell’aria attraverso il camino o la canna fumaria.
Negli impianti a condensazione questo spreco viene tradotto in risorsa perché, prima che vengano espulsi, la tecnologia recupera il calore latente contenuto nei fumi, risparmiando una piccola parte di combustibile.
Attenzione: il web è pieno di fonti che assicurano notevoli risparmi(solitamente citano valori intorno al 30%) ma è inesatto.
Ti spiego velocemente perché: per far sì che si verifichi il fenomeno di condensazione occorre che la temperatura di ritorno reale in caldaia sia sufficientemente bassa da far raffreddare i fumi fino a far condensare il vapore all’interno.
La condensazione inizia verso i 65 °C al ritorno in caldaia, e aumenta tanto più la temperatura di ritorno è bassa, quindi, considerato che per i radiatori occorre mandare la temperatura intorno ai 75%, il beneficio è impercettibile.
Se invece abbiniamo la caldaia a condensazione ai ventilconvettori che richiedono una temperatura di mandata di circa 45°-55° per ottenere un ritorno di circa -5°, il vantaggio è maggiore perché siamo su temperature nettamente più basse. Dunque, il beneficio aumenta ancora di più nel caso del pavimento radiante che necessita di una temperatura di mandata di circa 30°, con soli 25° di ritorno.
Dunque, rispetto al suo predecessore, la caldaia a condensazione assicura maggiori risparmi solo se abbinata a ventilconvettori o al pavimento radiante.
Nei grafici di seguito sono confrontati i rendimenti e i relativi risparmi della caldaia tradizionale e della caldaia a condensazione: con la prima il rendimento è costantemente scarso perché spreca l’energia contenuta nei fumi di scarico, con quella a condensazione invece, i risultati aumentano con il diminuire delle temperature di ritorno.
Il prezzo della caldaia a condensazione è piuttosto contenuto: un impianto per un appartamento medio, composto da 4 persone, può costare circa 3.000,00 € + IVA (circa 1.500.00 € costo caldaia + circa 700 € di beni accessori + circa 700 € di posa in opera).
Per quanto riguarda gli svantaggi, la caldaia a condensazione, rispetto all’impianto tradizionale, necessita di un sistema per scaricare la condensa residua di combustione. A seconda delle caratteristiche dell’immobile, predisporre questo sistema potrebbe tradursi un ulteriore costo e in un piccolo disagio.
La caldaia a condensazione richiede, inoltre, una maggiore manutenzione: il controllo e la pulizia del generatore vanno eseguiti annualmente, mentre ogni due anni va effettuata la verifica del rendimento di combustione con l’analisi dei fumi.
Infine, se l’obiettivo è quello di ottenere sensibili risparmi in bolletta, questo impianto potrebbe deludere le tue aspettative.
Anche se abbiamo detto che la caldaia a condensazione garantisce maggiore risparmio energetico rispetto al suo predecessore (nelle condizioni più ottimali, quindi se abbinata a ventilconvettori o pavimento radiante), occorre tenere presente che si alimenta comunque a gas, il cui prezzo è arrivato a toccare i 2 € al m³, e sappiamo già che dobbiamo aspettarci valori simili per tutto il prossimo autunno (per approfondire: Bollette Energia: cosa aspettarsi per l’autunno?).
Pompa di calore: vantaggi e svantaggi
L’impianto a pompa di calore fa parte delle tecnologie che impiegano fonti rinnovabili poiché sfrutta l’energia presente in natura per produrre energia termica (riscaldamento/raffrescamento).
Le sorgenti naturali da cui si può alimentare per produrre energia termica sono l’aria, l’acqua, o la terra (a seconda della tipologia d’impianto).
In queste sorgenti, infatti, è immagazzinata un’enorme quantità di energia che si rinnova continuamente grazie alle precipitazioni atmosferiche e alla radiazione solare.
Si tratta di una tecnologia altamente efficiente perché per funzionare la pompa di calore consuma energia elettrica, ma l’energia che produce e trasferisce all’interno dell’ambiente è maggiore di quella che consuma, permettendo un aumento delle prestazioni e contestualmente la riduzione di emissioni di gas ad effetto serra.
Per l’esattezza, questo impianto ha un coefficiente di prestazione (COP) molto elevato, di 3-4 (a seconda del livello di efficienza della macchina). Cosa significa?
Che con 1 kWh elettrico, prende calore dall’esterno e ne porta 3-4 kWh termici all’interno.
Questo, ovviamente, si traduce in un notevole risparmio, circa il 30%.
La pompa di calore può essere destinata alla climatizzazione degli ambienti, attraverso:
- riscaldamento radiante a pavimento;
- ventilconvettori, meglio conosciuti con il termine fan coil;
- canalizzazioni.
Chiaramente la pompa di calore soddisfa anche l’uso sanitario.
Il primo grande vantaggio di questo tipo d’impianto è l’alto livello di efficienza energetica,il quale assicura, al contempo, un notevole risparmio economico.
Il risparmio poi, può accrescere maggiormente abbinando la pompa di calore ad un impianto fotovoltaico.
Inoltre, questo tipo di impianto garantisce maggiori prestazioni con un unico sistema poiché può fornire sia il riscaldamento che il raffrescamento, facendo a meno del consueto condizionatore ad aria.
Un altro vantaggio della pompa di calore è in termini di sicurezza: rispetto alla tradizionale caldaia, la pompa di calore è sprovvista di canna fumaria, la quale oltre a richiedere una manutenzione programmata, rappresenta un potenziale pericolo.
Con un sistema ad alta efficienza energetica, poi, il valore della casa aumenta.
Infatti, l’utilizzo di fonti rinnovabili aumenta la classe energetica dell’abitazione, così in fase di compravendita l’immobile sarà più appetibile e il valore dell’immobile sarà più elevato.
Ultimo in ordine ma primo per importanza, è il vantaggio ambientale. Abbattendo l’utilizzo di fonti fossili, vengono risparmiate tonnellate di CO2 emesse nell’aria.
Il costo di un impianto a pompa di calore può variare dai 500€ ai 12.000€ a seconda del caso specifico.
In questo caso, incidono, e in maniera considerevole, le altre spese necessarie a predisporre l’intero impianto di riscaldamento, ovvero l’installazione dei ventilconvettori (circa 500€ a macchina) o dei pannelli radianti a pavimento (100 euro/mq + IVA).
Caldaia a condensazione e pompa di calore: consumi e investimenti a confronto
Vediamo, dunque, ai consumi e ai costi dei due tipi d’impianto.
Con la combustione, la caldaia trasforma 1 m³ di gas metano in 10 kWh termici.
Il prezzo di 1 m³ di gas si attesta a 1€ circa (a condizioni normali, senza tenere conto dell’attuale emergenza), quindi 1€/10 kWh termici: 10 cent al kWh termico.
Come anticipato nel paragrafo precedente, la pompa di calore con 1 kWh elettrico prende calore dall’esterno e ne porta 3-4 kWh termici all’interno.
Considerato che 1 kWh elettrico costa circa 30 cent il risparmio con la pompa di calore è di circa il 30%.
Inoltre, senza l’impiego del gas, la manutenzione dell’impianto è più semplice, quindi più sicura e meno onerosa.
Per quanto concerne l’investimento necessario, abbiamo come la pompa di calore possa rivelarsi particolarmente onerosa ma prima di trarre conclusioni affrettate, guardiamo gli incentivi previsti per entrambi gli impianti.
I bonus fiscali a favore dell’installazione della caldaia a condensazione sono:
- L’Ecobonus al 50%;
- L’Ecobonus al 65%;
- Il Superbonus 110%.
La caldaia a condensazione viene incentivata al 50% quando appartiene alla classe energetica A ed è sprovvista di termostato evoluto e valvole termostatiche. Nel caso invece venga acquistata completa di termostato evoluto di classe V/VI/VII e di valvole termostatiche rientra nell’aliquota del 65%.
Possono accedere all’Ecobonus tutte le persone fisiche che intendono sostituire la vecchia caldaia con una a condensazione, sono escluse quindi le nuove installazioni.
Per quanto concerne l’ormai famoso Superbonus 110%, questo prevede “la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria sulle parti comuni degli edifici, o con impianti a condensazione, con efficienza almeno pari alla classe A, a pompa di calore, ivi inclusi gli impianti ibridi o geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo, o impianti di microcogenerazione”.
Quindi, la sostituzione della caldaia con una a condensazione di classe energetica A fa parte degli interventi trainanti previsti dal Superbonus 110%.
Come abbiamo approfondito nell’articolo Sostituzione della caldaia con lo sconto in fattura, come funziona, i suddetti benefici fiscali (Ecobonus 50% e 65%, Superbonus 110%) possono essere goduti attraverso la canonica detrazione fiscale oppure approfittando dello sconto in fattura.
Per quanto riguarda invece l’installazione dell’impianto a pompa di calore, le misure d’incentivazione dedicate sono:
- Conto Termico 2.0;
- Ecobonus 65%;
- Superbonus al 110%.
Il Conto Termico per le pompe di calore copre fino il 65% della spesa sostenuta ed è cumulabile con altri incentivi. La procedura per accedere a questo incentivo è piuttosto complessa ma viene erogato in tempi rapidi: massimo due mesi e tramite bonifico (in un’unica soluzione fino a 5.000, 00 €).
Per quanto riguarda l’Ecobonus al 65%, incentiva l’intervento fino ad un tetto massimo di 30.000,00 € e purché gli ambienti siano riscaldati. Come per la caldaia a condensazione, si può godere del bonus attraverso la compensazione delle tasse (in dieci quote annuali di pari importo) oppure con la cessione del credito o lo sconto in fattura.
Per quanto riguarda il Superbonus 110%, è possibile usufruirne perché l’impianto a pompa di calore rientra nella categoria degli interventi trainanti (cappotto termico o sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale).
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Il futuro è della pompa di calore
È evidente: oggi la pompa di calore è il sistema di riscaldamento degli ambienti e dell’acqua sanitaria, più sostenibile, economicamente e ambientalmente.
È efficiente perché impiega molta meno energia di quella che produce, sfrutta una risorsa rinnovabile senza impattare sull’ambiente, è flessibile perché soddisfa più esigenze impiegando un solo impianto, è più sicura e richiede meno manutenzione.
Per tutte queste ragioni, è fortemente incentivata dai bonus fiscali.
In più, la stessa Unione Europea, con il pacchetto REpower ha imposto dal 2029 lo stop alle caldaie a gas, suggerendo l’adozione delle pompe di calore.
Gli operatori del settore stimano che la domanda globale di questo tipo d’impianto supererà i 450 milioni di unità entro il 2030, raddoppiando l’odierno 190 milioni, ma le prospettive sono ulteriormente in crescita per il 2050.
Se anche vuoi climatizzare i tuoi ambienti e produrre acqua calda sanitaria, in modo più efficiente, più sostenibile e, soprattutto, rendendoti meno schiavo dei prezzi del gas, noi ci siamo.