Centro sportivi con piscina, quanto risparmiano con le rinnovabili?
12 Ottobre 2022 | Efficienza Energetica
Quanto convengono le rinnovabili nei centri sportivi con piscina? Come finanziare l’intervento? Quali sono i tempi di ritorno dell’investimento?
Molti centri sportivi, in particolare quelli dotati di piscine, sono a rischio chiusura.
La causa? La tempesta perfetta che si è venuta a creare, prima con gli stop imposti dall’emergenza sanitaria, poi con gli straordinari rincari in bolletta.
Questi ultimi preoccupano particolarmente i gestori, costretti a ricorrere a soluzioni approssimative come ridurre le ore di accensione dell’illuminazione, tenere temperature negli ambienti più basse, imporre docce più brevi, ecc.
Azioni che, oltre a pregiudicare il livello di comfort e la qualità dei servizi offerti agli sportivi, apportano benefici pressoché insignificanti al bilancio.
La soluzione più ovvia e immediata potrebbe essere quella di aumentare il prezzo degli abbonamenti ma recherebbe un ulteriore danno agli sportivi e lenirebbe solo in piccola parte il problema dei costi.
Per risolvere davvero questa situazione senza precedenti occorrono dei cambiamenti sostanziali alla fonte del problema, ovvero al sistema con cui i centri sportivi con piscina consumano energia. Perché fino a quando, a causa di impianti obsoleti, continueranno a consumare per i propri processi più energia di quella realmente necessaria, rendendosi ancora più dipendenti dalle fonti energetiche tradizionali (gas), il problema sussisterà.
Dunque occorre efficientare i propri strumenti energivori ma anche auto produrre l’energia necessaria al proprio fabbisogno e farlo in maniera più sostenibile (per le proprie tasche e per l’ambiente). Come? Con le rinnovabili (fotovoltaico, pompa di calore, solare termico).
Sì, si tratta di un investimento notevole ma gli incentivi lo ripagano in buona parte e, grazie ai risparmi generati dall’intervento, è possibile rientrare nell’investimento in tempi davvero rapidi.
Per capirne di più continua la lettura di questo articolo fino alla fine.
Analizzeremo quanto incidono gli sprechi energetici in un centro sportivo con piscina; quindi, vedremo quanto è possibile risparmiare con l’efficienza energetica e le rinnovabili, grazie anche ad un esempio reale. In modo particolare, scopriremo quali sono gli incentivi previsti e quanto sono determinanti per realizzare l’intervento, con la certezza di rapidi ritorni dell’investimento.
Se questi aspetti fanno al caso tuo, mettiti comodo e buona lettura.
Indice
- 1 Quanto consuma un centro sportivo con piscina?
- 2 Impianti inefficienti: quanto pesano in bolletta?
- 3 Il primo passo per efficientare? La diagnosi energetica
- 4 Energia rinnovabile: la risorsa che crea risorse
- 5 Esempio di risparmio con le rinnovabili
- 6 Gli incentivi per le rinnovabili nei centri sportivi con piscina
- 7 Come coprire il resto dei costi con le garanzie dei risultati
Quanto consuma un centro sportivo con piscina?
I centri sportivi con piscina sono caratterizzati da un notevole fabbisogno energetico poiché offrono molteplici servizi: piscina, spogliatoi, talvolta palestra, aree ristoro, campi esterni e così via.
La piscina, in particolare, è l’attività più energivora perché necessita di un trattamento continuo di grandi volumi di acqua, aria ed energia. Occorre mantenere costante la giusta temperatura dentro e fuori le vasche, ma anche far circolare in maniera opportuna l’aria, oltre che garantire adeguati comfort negli spogliatori (acqua calda sanitaria in primis).
Queste attività richiedono, appunto, ingenti risorse energetiche ma anche molta manutenzione.
Poi ci sono una serie di servizi, che se pur meno incisivi, contribuiscono anch’essi alla spesa energetica come l’illuminazione interna ed esterna e le attrezzature di vario tipo alimentate da energia elettrica.
Impianti inefficienti: quanto pesano in bolletta?
Generalmente, i fabbisogni energetici di cui sopra, sono soddisfatti dalla caldaia per l’acqua calda sanitaria, caldaie per il processo, Unità Trattamento Aria (UTA), pompa di circolazione e illuminazione a lampade tradizionali.
Le caldaie sono alimentate a gas, gli altri impianti, invece, ad energia elettrica.
Per vedere quanto consuma una realtà di questo tipo, prenderemo come riferimento un caso reale, che è stato oggetto di un nostro progetto di transizione energetica.
La struttura in questione è così suddivisa: sala vasche di 1300 mq x 10 m di altezza, in cui sono presenti vasca grande, vasca piccola e tribune; 1200 mq x 3 m in cui si trovano atrio, spogliatoi e altre piccole aree.
Orario di apertura: 7.00-23.00 con chiusura nei mesi di luglio e agosto.
Sono installate 2 caldaie da 500 kW.
Tenuto conto dei due mesi di chiusura, i consumi in termini di gas sono ~ 100.000 m3/an mentre di energia elettrica si registrano consumi per 260.000 kWh/anno.
Questi si traducono in un costo totale di ~ 140.000 €.
Attenzione: tali costi sono in relazione ai prezzi dell’energia a cui eravamo abituati mesi fa, ovvero 0.8 €/m3 gas e 0.22 €/kWh elettricità.
Come sappiamo, purtroppo, oggi questi prezzi sono aumentati almeno del 100%. Ai suddetti costi si aggiunge la spesa di manutenzione (che può diventare estremamente onerosa quando si ha a che fare con impianti particolarmente obsoleti).
Il primo passo per efficientare? La diagnosi energetica
Per diagnosi energetica s’intende la “procedura sistematica volta a fornire un’adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o gruppo di edifici, di una attività o impianto industriale o di servizi pubblici o privati, ad individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi-benefici e riferire in merito ai risultati” (definizione dal D.Lgs 115/2008, Art.2, lett. n, come richiamato nel D.Lgs 102/2014).
In parole semplici si tratta di un documento che racchiude al suo interno i dati relativi a tutti i processi che incidono sui costi energetici. Per questo si tratta del primo passo da compiere per progettare l’intervento di efficienza energetica mirato per massimizzare i risultati in termini di prestazioni e di risparmio energetico, tenendo conto della fattibilità tecnica e della convenienza economica (per approfondire tutti gli aspetti legati alla diagnosi energetica per i centri sportivi con piscina leggi il nostro articolo).
Nella stesura della diagnosi energetica il primo step è la raccolta di tutte le bollette energetiche.
Quindi viene definito l’indice di prestazione energetico effettivo, ovvero quanta energia viene consumata dall’edificio per metro quadro di superficie ogni anno. Questo valore viene tenuto conto della climatizzazione, della produzione di acqua calda sanitaria, della ventilazione meccanica, dell’illuminazione e di tutti gli altri servizi energivori necessari per le attività del centro sportivo con piscina.
Poi viene analizzato il processo, ovvero dove e come viene impiegata l’energia; quindi, vengono individuate le azioni di miglioramento energetico.
Gli interventi di efficienza energetica individuati vengono analizzati nel rapporto costi benefici, quindi viene assegnata la relativa priorità, così da guidare il gestore della piscina verso la scelta più idonea.
Il più grande beneficio connesso alla diagnosi energetica è quello di offrire al gestore del centro sportivo con piscina maggiore consapevolezza circa i propri consumi.
Grazie a questo documento, infatti, gli operatori del settore possono indagare sui consumi della propria struttura, spesso meravigliandosi su come questi siano concentrati su certe aree piuttosto di altre.
Dunque, si tratta di un aiuto fondamentale nella valutazione dell’intervento nel rapporto costi-benefici, considerate anche le prestazioni e il comfort per i frequentatori della struttura.
Infine, fornisce un dato troppo spesso sottovalutato: l’impatto che le nostre scelte hanno sull’ambiente e cosa possiamo fare per migliorarle.
Energia rinnovabile: la risorsa che crea risorse
Una volta analizzati i consumi degli impianti presenti all’interno del centro sportivo con piscina, comprese le molteplici variabili che influenzano gli usi di energia, si può passare alla definizione degli interventi più affini all’efficientamento energetico della struttura.
Il primo intervento da considerare, per ordine e per importanza, è l’isolamento termico dell’involucro edilizio, perché grande dispersione termica si ha proprio sulle superfici. La nostra esperienza ci dice che dove c’è una piscina, in prossimità del tetto, la temperatura arriva ai 35° e viene in gran parte dispersa perché, spesso, la copertura è formata da una comune lamiera sandwich.
Molto importante per mantenere costante la temperatura all’interno degli ambienti, è anche la sostituzione degli infissi con eventuali sistemi di ombreggianti.
Realizzati questi fondamentali interventi, allora, è giusto valutare sistemi più sostenibili per produrre e consumare l’energia necessaria a soddisfare il proprio fabbisogno.
Infatti, il 60% dei centri natatori dispone di impianti risalenti agli anni 80’, dunque, ampiamente superati in termini di contenimento dei consumi energetici e di produttività.
In tal senso, le rinnovabili hanno cambiato totalmente il modo con cui produrre e consumare energia (ecco perché si parla di transizione energetica) perché permettono di produrre energia in maniera gratuita e pulita, abbattendo gli sprechi.
I principali impianti rinnovabili impiegabili nei centri sportivi con piscina sono:
La pompa di calore sfrutta l’energia presente in natura (aria/acqua/terra) per produrre energia termica (riscaldamento/raffrescamento).
Si tratta di una tecnologia altamente efficiente perché per funzionare la pompa di calore consuma energia elettrica, ma l’energia che produce e trasferisce all’interno dell’ambiente è maggiore di quella che consuma, permettendo un aumento delle prestazioni e contestualmente la riduzione di emissioni di gas ad effetto serra.
Per l’esattezza, questo impianto ha un coefficiente di prestazione (COP) molto elevato, di 3-4 (a seconda del livello di efficienza della macchina). Cosa significa? Che con 1 kWh elettrico, prende calore dall’esterno e ne porta 3-4 kWh termici all’interno.
Questo, ovviamente, si traduce in un notevole risparmio, circa il 30%.
Il solare termico sfrutta l’energia solare per scaldare l’acqua ad uso sanitario e/o per climatizzare gli ambienti interni.
Questo tipo d’impianto, conosciuto anche come pannelli solari, viene spesso confuso con il fotovoltaico poiché i moduli che li compongono hanno una geometria simile, ma i materiali e la tecnologia impiegata è chiaramente differente (puoi approfondire le differenze all’articolo Guida alle differenze tra impianto fotovoltaico e solare termico). Infatti, i pannelli solari assorbono l’energia e la convertono in calore.
Come abbiamo detto, i pannelli solari producono energia in maniera gratuita e sono assicurati per durare 20-30 anni. Come si può facilmente intuire, la loro produzione è limitata dalle 10.00 alle 16.00 (media annua, chiaramente in estate, con le giornate più lunghe la produzione aumenta), ma in tutta questa fascia di tempo, il fabbisogno può essere totalmente soddisfatto dal solare termico (con condizioni climatiche ideali).
Infine, il più noto: l’impianto fotovoltaico. Questo permette di autoprodurre l’energia necessaria al fabbisogno della pompa di calore e di tutti gli altri servizi.
Considerato che, solitamente, un centro sportivo con piscina rimane chiuso nei mesi di luglio e di agosto (dove ci concentra la massima produzione, fino al 30% della produzione annua), con l’impianto fotovoltaico è possibile soddisfare fino al 70% dei consumi elettrici annui.
Esempio di risparmio con le rinnovabili
Considerato che, come dicevamo nel paragrafo precedente, le rinnovabili conferiscono grandi risultati di risparmio e di prestazioni solo in ambienti opportunamente isolati, l’esempio che andremo ora vedere (basato su un caso reale), si riferisce ad un progetto completo di transizione energetica e dunque comprende: cappotto, pompa di calore, solare termico, caldaia di backup, infissi, illuminazione led, cogeneratore e fotovoltaico.
L’investimento necessario è di circa 1.000.000,00 €.
Ma queste soluzioni integrate di efficienza permettono di risparmiare il 60% – 70% dei costi, che rifacendosi all’esempio di cui sopra, corrispondono a circa 100.000,00 € (agli attuali costi dell’energia).
Il tutto, migliorando l’esperienza degli sportivi e la gestione degli impianti per gli operatori.
Gli incentivi per le rinnovabili nei centri sportivi con piscina
Ciò nonostante, sostenere un investimento di questa portata, in questo particolarmente momento storico, può apparire insostenibile. Per fortuna che gli incentivi destinati a questi interventi sono molteplici:
Combinati insieme, questi possono ammortizzare circa il 50% dell’investimento, ovvero 500.000,00 €.
Come coprire il resto dei costi con le garanzie dei risultati
Dunque, gli interventi di efficienza energetica e le rinnovabili, generano risparmi tali da ripagare l’intervento in tempi rapidi, mediamente in circa 7-8 anni.
Come si può facilmente intuire, necessitano di una progettazione tecnica complessa, e lo stesso si può dire lo stesso per l’iter legato all’ottenimento dell’incentivo.
Per questo serve affidarsi a degli specialisti in grado di garantire (non solo a parole) i risultati promessi in fase progettuale.
RiESCo è la Energy Service Company (società che effettuano interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica, assumendo su di sé il rischio dell’iniziativa e liberando il cliente finale da ogni onere organizzativo e di investimento) certificata UNI CEI 11352:2014 e ISO 9001.
Crediamo fortemente nel modello di azienda innovativa e sostenibile (per le proprie tasche e per l’ambiente). Guidiamo le imprese verso un uso efficiente ed efficace dell’energia, così da restare competitive nel medio lungo-periodo, con tutte le ricadute positive che ne possono derivare.
Attraverso un particolare contratto di prestazione energetica (EPC) realizziamo e finanziamo progetti di efficienza energetica supportati dagli incentivi dedicati, di cui possiamo vantare il 100% di esiti positivi delle pratiche.
Garantendo l’accesso agli incentivi, il gestore dei centri sportivi con piscina ha la certezza di rientrare nell’investimento in tempi rapidi e senza nessuna preoccupazione perché in caso di problemi di funzionalità, ci pensa RiESCo, così come per i risparmi: se minori del promesso, la differenza la paga RiESCo, se maggiori, saranno condivisi al 50%.
Come possiamo garantire tutto ciò? Perché traiamo il nostro guadagno da una parte dei risparmi generati, certi di assicurare, ad entrambi, grandi risultati.
Se sei stanco di vedere i tuoi guadagni erodersi a causa degli sprechi energetici e della dipendenza dalle fonti fossili e vuoi fare qualcosa per stravolgere questa situazione, noi ci siamo.