Ecobonus 110%: quali sono gli interventi trainanti e come funzionano?

17 Luglio 2020 | Incentivi

Il nuovo Ecobonus ha introdotto importanti novità, tra cui il potenziamento dell’aliquota fino al 110% per determinati interventi detti “trainanti”. Cosa sono? Perché sono stati definiti così?

L’Ecobonus 110% introdotto dal Decreto-Legge 19/05/2020 n.34 è stato accolto con grande entusiasmo sia dagli addetti del settore, sia dai contribuenti perché a quanto pare, grazie a questo sarà possibile realizzare alcuni interventi di efficienza energetica a costo zero.

Per questo ti sarà capitato di sentir parlare di interventi trainanti, ma cosa sono?

Con interventi trainanti la norma intende essenzialmente due tipi d’intervento: l’isolamento termico delle superfici verticali e orizzontali e l’efficientamento dell’impianto di climatizzazione invernale.

Sono stati definiti trainanti perché la realizzazione di uno di questi interventi “traina” a sé l’accesso al 110% anche ad altri lavori di efficientamento.

Per capire meglio quali sono gli interventi trainanti, come funzionano e quali sono i requisiti necessari per l’Ecobonus 110%, continua la lettura di questo articolo.

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Ecobonus 110%, contesto e finalità

Da anni in Italia sono presenti forme d’incentivazione a sostegno degli interventi di efficientamento energetico negli edifici.

La più famosa è la detrazione fiscale, altrimenti nota come Ecobonus 65% che permette appunto, di detrarre fino il 65% delle spese per gli interventi di riqualificazione energetica negli edifici.

Questa ha prodotto nel tempo numeri positivi ma insufficienti per incentivare concretamente gli investimenti di riqualificazione energetica degli edifici esistenti.

Per questo si è reso necessario l’Ecobonus 110%, ovvero la “vecchia” detrazione fiscale potenziata per aliquota, tipologia d’interventi ammessi e opzioni fiscali a disposizione del contribuente.

Infatti, grazie alla nuova detrazione, il contribuente potrà realizzare gli interventi di efficienza energetica a costo zero, scegliendo tra la detrazione in cinque anni, lo sconto in fattura o la cessione del credito d’imposta.

Per accedere all’Ecobonus 110% è necessario:

  • Sostenere e documentare le spese nell’arco di tempo compreso tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2021 (in determinate situazione è esteso al 31 dicembre 2022);
  • Realizzare gli interventi nel pieno rispetto dei criteri minimi ambientali (CAM);
  • Dimostrare che gli interventi di efficientamento hanno conseguito il miglioramento di due classi energetiche dell’edificio.

Ecobonus 110%, per l’isolamento termico

Uno dei cosiddetti interventi trainanti previsti dall’Ecobonus 110% è appunto l’isolamento termico delle superfici verticali e orizzontali, quindi per intenderci, il cappotto termico.

Questo intervento consiste nell’applicazione di materiali isolanti sulle pareti dell’edificio al fine di creare una “barriera protettiva” in grado di abbattere le dispersioni di calore.

Questi materiali possono essere sintetici come il PVC o naturali come la fibra di legno/vetro o la lana di roccia, oltre a questi poi vengono applicati prodotti quali collanti, rivestimenti, parabordi ecc.

L’intervento può essere realizzato all’interno o all’esterno dell’abitazione. Quando viene applicato nell’uno o nell’altro caso?

Generalmente viene installato il cappotto interno per contrastare la formazione di muffe e condensa quando l’abitazione si trova in condominio e non tutti gli inquilini sono d’accordo a realizzare quello esterno, oppure se l’edifico è o soggetto a vincoli architettonici. Talvolta però può essere insufficiente per abbattere definitivamente la problematica.

Il cappotto esterno invece è efficace al 100% perché in grado di garantire una migliore coibentazione termica, quindi maggiore salubrità e maggiore risparmio energetico. Al contrario del cappotto interno però, si tratta di un intervento più complesso e che richiede quindi tempi di installazione più lunghi.

Quando è possibile accedere all’Ecobonus 110% per il cappotto termico?

Come si evince dal Decreto-Legge 19/05/2020, n.34 al comma 1a, sono incentivati gli interventi di isolamento termico che hanno per oggetto “le superfici opache verticali e orizzontali che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo”.

Ecobonus 110%, per l’efficientamento della climatizzazione

L’altro intervento trainante previsto dall’ Ecobonus 110% riguarda l’ammodernamento dell’impianto di climatizzazione invernale.

In cosa consiste questo intervento di efficienza energetica?

La maggior parte del settore residenziale italiano, edificato intorno agli anni ‘70, alimenta il riscaldamento dei propri ambienti attraverso la caldaia a gas (metano o gpl).

Questo tipo d’impianto per quegli anni rappresentava il top della tecnologia e il suo schema di funzionamento resta tutt’oggi valido: grazie alla combustione del gas, l’acqua viene scaldata e poi pompata nelle tubazioni domestiche. Il gas bruciato viene poi espulso attraverso l’apposita canna fumaria.

Chiaramente l’innovazione negli anni ha fatto passi da gigante e ha migliorato notevolmente questo tipo di tecnologia arrivando a concepire un nuovo tipo di caldaia, cosiddetta a condensazione.

Questo impianto rispetto al suo predecessore recupera il calore, quindi l’energia termica, imprigionata nei fumi con conseguente rendimento energetico pari al 106%, contro il 92% della caldaia tradizionale e notevole abbattimento delle emissioni inquinanti nell’atmosfera.

In termini economici queste performance si trasformano in significativo risparmio in bolletta: mediamente intorno al 30%.

Altro sistema molto diffuso e ancora più efficiente dal punto di vista energetico e ambientale è la pompa di calore: impianto in grado di estrarre energia da una fonte a bassa temperatura (ad esempio l’aria esterna al condominio) e di trasferirla a un sistema a temperatura più alta (come l’impianto termico).

Con questo è possibile scaldare e raffrescare gli ambienti di un edificio e produrre al contempo acqua calda sanitaria. Le prestazioni di questo impianto permettono di ottenere da1 kWh di energia elettrica fino a 5 kWh di energia termica.

Il nuovo Ecobonus incentiva fino al 110% delle spese sostenute per l’efficientamento della climatizzazione, quindi attraverso questi due tipi d’impianto, ma differenziando tra edifici unifamiliari o in condominio.

Infatti, per gli edifici che condividono parti in comune, l’Ecobonus prevede l’aliquota al 110% per la sostituzione del vecchio impianto di riscaldamento con: caldaia a condensazione con classe energetica pari o superiore alla classe A, a pompa di calore, ibridi o geotermici per fornire il riscaldamento, il raffrescamento o l’acqua calda sanitaria, purché i suddetti impianti siano centralizzati.

Per gli edifici unifamiliari invece, l’Ecobonus 110% incentiva la sostituzione del vecchio impianto di riscaldamento con: impianti a pompa di calore, ibridi o geotermici per fornire il riscaldamento, il raffrescamento o l’acqua calda sanitaria.

Ecobonus 110%, occorre il miglioramento di due classi energetiche

Come abbiamo visto nelle righe precedenti, per accedere all’Ecobonus 110% è necessario dimostrare l’effettivo miglioramento di due classi energetiche dell’edifico, generato attraverso gli interventi di efficienza energetica.

Come si verifica questa condizione?

La normativa prevede che sia redatto l’Attestato di Prestazione Energetica (APE): documento che riassume il fabbisogno energetico, la quantità di energia primaria non rinnovabile, consumi per climatizzazione, illuminazione, produzione acqua calda sanitaria e altri servizi.

L’insieme di tali caratteristiche definisce la classe energetica di appartenenza su una scala di 10 classi che sono A4, A3, A2, A1, B, C, D, E, F, G, dove la prima è la più efficiente.

Possiamo definirlo quindi una sorta di “termometro” del livello di efficienza energetica dell’appartamento o edificio in questione.

Questo documento deve inoltre suggerire la realizzazione di specifici interventi di efficientamento (dove necessario) al fine di migliorare il comfort e le prestazioni dell’immobile.

L’APE è quindi un documento fondamentale per prendere coscienza dei propri strumenti energetici, nella maggior parte dei casi però, viene redatto in maniera superficiale, giusto per adempiere ad un obbligo normativo.

Per accedere all’Ecobonus 110%, certi di conseguire il miglioramento di due classi energetiche dell’edificio è ancora più determinante un altro documento: la diagnosi energetica.

È obbligatorio per legge? No, ma si tratta di un’analisi approfondita degli strumenti e dei consumi energetici ante intervento, in grado di definire in maniera dettagliata i risparmi futuri.

Uno scudo che protegge da spiacevoli sorprese future. Un esempio?

Senza aver redatto una corretta diagnosi energetica potrebbe verificarsi che dopo aver realizzato gli interventi e a seguito di verifiche da parte delle Agenzia delle Entrate, il contribuente sia chiamato a rifondere il capitale perché l’edificio non ha effettivamente conseguito il miglioramento di due classi energetiche.

Ecobonus 110%, quali soggetti possono accedere

Possono usufruire dell’Ecobonus 110% i condomini o gli edifici unifamiliari che intendano intervenire su più del 25% delle parti comuni dell’edificio, purché vengano rispettare le condizioni necessarie (requisiti minimi e rispettato il miglioramento di due classi energetiche).

È rivolto a tutte le prime abitazioni, qualunque sia la tipologia d’immobile: edifici unifamiliari e edifici che condividono parti comuni (condominio, villette a schiera e edifici bifamiliari).

Inoltre, è notizia di poche ore fa che grazie alla conversione in legge del Decreto, possono accedere all’Ecobonus 110% anche le seconde case (villette a schiera, ville bifamiliari e condomini), il terzo settore e le associazioni sportive dilettantistiche possono.

Occorre specificare occorre aspettare per la piena operatività dell’incentivo (occorrono i chiarimenti dell’Agenzie delle Entrate) per questo raccomandiamo di sfruttare questo tempo per informarsi presso gli specialisti del settore sulla diagnosi energetica, strumento principe per avviare qualsiasi intervento di efficienza energetica.

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