Fotovoltaico e Fine dello Scambio Sul Posto, cosa cambia?

24 Marzo 2025 | Incentivi News

Scambio sul Posto: quando finisce, cosa cambia e quali alternative valutare per il fotovoltaico.

Per anni, chi ha investito in un impianto fotovoltaico ha potuto contare sui vantaggi dello Scambio Sul Posto (SSP): un sistema che permetteva di compensare l’energia immessa in rete con quella prelevata, consentendo un ritorno economico.

Ma ora tutto sta per cambiare.

Con il recepimento della Direttiva Red II (D.Lgs. 199/2021), il 26 settembre 2025 segnerà la fine dello Scambio sul Posto. A questo punto, è naturale chiedersi: cosa succederà adesso? Il fotovoltaico diventerà meno conveniente?

Dubbi legittimi, ma la risposta è chiara: il fotovoltaico resterà un investimento strategico. In primis perché resta la soluzione più efficiente e sostenibile per coprire il proprio fabbisogno energetico, inoltre, stanno emergendo nuove opportunità, incentivi e strategie di autoconsumo per sostituire il vecchio modello.

Per farti trovare preparato, leggi l’articolo fino alla fine. Scopriremo insieme cosa accadrà agli impianti già attivi, se è ancora possibile aderire allo Scambio sul Posto e quali alternative sono disponibili per le nuove installazioni.

Buona lettura!

Cos’è lo Scambio sul Posto

Lo Scambio sul Posto (SSP) è un meccanismo di autoconsumo che consente di compensare l’energia elettrica prodotta e immessa in rete con quella prelevata in momenti diversi. Dunque, questo sistema permette ai proprietari di impianti fotovoltaici di ottimizzare l’uso dell’energia autoprodotta: quando l’impianto genera più energia di quanta ne venga consumata, il surplus viene immesso in rete.

Viceversa, nei momenti in cui la produzione solare è insufficiente, ad esempio di notte o nelle giornate nuvolose, l’energia necessaria viene prelevata dalla rete.

Questo scambio, tra energia immessa in rete e quella prelevata successivamente, consente al proprietario dell’impianto di ottimizzare l’uso dell’energia, ricavando a contempo, un profitto economico.

Chiaramente, affinché lo Scambio sul Posto sia attivo, è necessario che impianto di produzione e consumo siano collegati a un unico punto di connessione con la rete pubblica.

Il credito economico relativo all’energia immessa in rete viene riconosciuto dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE SpA) e tiene conto delle seguenti condizioni: quanta energia è stata prodotta dall’impianto fotovoltaico, quanta energia è stata immessa in rete e contabilizzata dall’apposito contatore di scambio e quanta energia è stata prelevata dalla rete nei momenti di minor produzione.

Dunque, sulla base di queste condizioni, il GSE determina il rimborso parziale al valore di mercato del surplus energetico.

Le scadenze dello Scambio Sul Posto

L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) con la delibera 4/03/2025 n 78/2025/efr ha disposto la chiusura dello Scambio Sul Posto fissando due importanti scadenze:

  • 29 maggio 2025, data in cui l’impianto fotovoltaico deve entrare in esercizio;
  • 26 settembre 2025, data in cui deve pervenire la domanda di accesso al regime di Scambio Sul Posto.

Il mancato rispetto di anche solo una di queste scadenze comporterà l’impossibilità di aderire al meccanismo dello Scambio sul Posto.

Dato il tempo necessario per completare l’intero processo, al momento della pubblicazione di questo articolo, con il regime ordinario, i tempi potrebbero già essere troppo stretti per nuove attivazioni.

Implicazioni per chi possiede un fotovoltaico che aderisce allo Scambio Sul Posto

L’ARERA con la delibera n. 457/2024, ha previsto anche un percorso di transizione per gli impianti che, al 31 dicembre 2024, avranno raggiunto il limite di 15 anni dalla prima sottoscrizione della convenzione.

In base a questa disposizione, il GSE SpA chiuderà automaticamente le convenzioni SSP che al 31 dicembre 2024 avranno superato i 15 anni di durata ed entro il 30 giugno 2025 provvederà alla liquidazione delle eccedenze maturate fino alla cessazione della convenzione.

In mancanza di una richiesta di soluzione alternativa nei tempi previsti dal Codice di Rete, il GSE attiverà automaticamente il Ritiro Dedicato per gli impianti interessati.

Dunque, se sei in possesso di un impianto fotovoltaico che aderisce al SSP e non hai ancora controllato che tipo di contratto hai ad oggi, ti consiglio di accedere nella tua area personale nel portale del GSE per scoprilo.

Nuove opportunità legate all’autoconsumo

Come anticipato, ARERA in collaborazione GSE SpA, ha convertito tutti i contratti di Scambio Sul Posto (SSP) di durata maggiore di 15 anni in Ritiro Dedicato (RID). Come funziona quest’ultimo sistema e in cosa si differenzia dal SSP?

Sono entrambi sistemi di monetizzazione dell’energia trasmessa in rete ma presentano differenze sostanziali:

  • Scambio Sul Posto, la compensazione avviene sotto forma di rimborso basato sull’energia immessa nell’arco dell’anno, tenendo conto di accise, costi di dispacciamento e altre variabili. Essendo un meccanismo di compensazione, non costituisce un reddito imponibile e non è soggetto a dichiarazione fiscale;
  • Ritiro Dedicato, l’energia immessa in rete viene venduta direttamente al GSE SpA al prezzo di mercato (PUN, Prezzo Unico Nazionale). A differenza dello SSP, genera un reddito e deve quindi essere dichiarato ai fini fiscali.

In sintesi, pur essendo simili nel principio, il SSP risulta più vantaggioso, poiché offre una compensazione più completa, includendo il rimborso di alcune variabili e senza impatti sulla dichiarazione dei redditi.

Oltre a queste due tipologie di convenzioni, esistono soluzioni alternative che permettono di ottimizzare la produzione di energia fotovoltaica e ottenere un rendimento energetico ed economico più vantaggioso. Tra queste troviamo:

  • Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), aderendo a una CER, è possibile condividere l’energia prodotta con altri membri della comunità, ottenendo tariffe incentivanti per l’energia immessa in rete. Questo modello favorisce la transizione energetica decentralizzata, permettendo a cittadini, imprese ed enti pubblici di partecipare attivamente alla produzione e al consumo di energia rinnovabile.
  • Autoconsumo con accumulo, investire in un sistema di accumulo consente di immagazzinare l’energia prodotta durante il giorno per utilizzarla quando l’impianto fotovoltaico non è attivo, come nelle ore serali o in condizioni di scarsa illuminazione. Questo approccio massimizza l’autosufficienza energetica, riducendo la dipendenza dalla rete e i costi in bolletta. Inoltre, grazie agli incentivi per l’accumulo e le detrazioni fiscali, l’investimento diventa ancora più conveniente.

Queste soluzioni rappresentano il futuro della gestione energetica, garantendo maggiore indipendenza dalla rete, ottimizzazione dei consumi e una riduzione dell’impatto ambientale.

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