Cos’è il Green Deal Europeo

20 Agosto 2021 | Efficienza Energetica

Il Green Deal europeo è il piano per rendere l’Europa climaticamente neutrale entro il 2050 attraverso le tecnologie verdi ed industrie e trasporti sostenibili. Quali azioni prevede? Quali scenari si prospettano?

Quante volte ti è capitato di sentir parlare di Green Deal?

Ultimamente l’argomento è stato trattato con grande interesse soprattutto ai tavoli della Commissione Europea, guidata da Ursula von der Leyen, la quale si è fatta promotrice del Green Deal Europeo: il piano di misure per rendere più sostenibile la produzione di energia e lo stile vita dei cittadini.

Gli ambiziosi obiettivi prefissati sembrano poter gettare le basi per un futuro davvero migliore, ma è altrettanto vero che negli anni si sono susseguite iniziative ugualmente virtuose che hanno prodotto, ahimè, scarsi risultati.

Per questo, sono in molti a chiedersi perché questo piano dovrebbe essere diverso. Fra questi ci sei anche tu?

Lo capisco, d’altronde si rinnovano le strategie, vengono aumentati i fondi per sostenere tali investimenti, ma i risultati restano sempre al di sotto delle aspettative.

Per questo ho deciso di scrivere questo articolo, per aiutare chi come vuole capire di più sulle misure che i grandi Paesi stanno attuando per accelerare la transizione ecologica. Lo faremo approfondendo le azioni previste dalla Commissione Europea e facendo il focus sugli scenari -reali- che ci aspettano. Buona lettura!

Green Deal europeo, contesto e finalità

Come abbiamo accennato nelle prime righe dell’articolo, il Green Deal consiste in una serie di misure per rendere più sostenibile la produzione di energia e lo stile di vita dei cittadini europei, così da incentivare la transizione dall’economia lineare (produci, usa, butta) a quella circolare (produci, usa, ricicla, produci e così via all’infinito).

Infatti, l’economia circolare si basa sul principio che i rifiuti possano essere trasformati in risorse evitando così l’aumento dell’effetto serra e lo spreco di denari.

Per capire meglio l’impatto che l’economia lineare ha sulle nostre vite, il Parlamento Europeo ha divulgato sul proprio sito i risultati di un recente studio da quale si evince che ogni anno in Europa vengono generati 88 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari, responsabili del 6% delle emissioni totale di gas a effetto serra in Europa (per approfondire lo studio consulta il link www.europarl.europa.eu).

Altrettanto preoccupante è, ad esempio, il settore tecnologico.

Come sappiamo, questi prodotti vengono abilmente progettati per essere vittime dell’obsolescenza programmata, così da favorire le vendite dei colossi del settore.

Questo trend, oltre ad impoverire le tasche degli europei, implica un aumento esponenziale di rifiuti dannosi per la salute, di plastica e di materiali da imballaggio: secondo il report delle Nazioni Unite (Global E-waste monitor 2020) gli europei arriveranno a produrre 74 tonnellate di rifiuti elettronici entro il 2030.

Occorre considerare, inoltre, quanto dannoso sia questo andamento per l’approvvigionamento e la lavorazione delle materie prime, tra le principali cause dell’aumento di gas ad effetto serra.

Per contenere questo fenomeno in particolare, la Commissione Europea ha introdotto dal 1° marzo 2021 la nuova etichetta energetica e inuovi regolamenti sulla progettazione ecocompatibile che prevedono la possibilità per il consumatore, di reperire sul mercato una serie di pezzi essenziali per la riparazione del proprio strumento energetico, almeno per 7-10 anni dall’acquisto.

Ma al fine di intervenire concretamente su questa dannosa situazione ambientale ed economica, la Commissione Europea ha disposto una strategia più ampia, e che sarà realizzata nel corso dei prossimi 30 anni: il Green Deal Europeo.

Sarà finanziato con ingenti risorse economiche, sia pubbliche e che private. Nello specifico, nei primi dieci anni l’obiettivo sarà quello di mobilitare circa 1000 miliardi di euro per finanziarlo, più o meno 100 miliardi all’anno.

Queste importanti risorse dovrebbero incentivare concretamente la riduzione dell’aumento del riscaldamento globale, che secondo le stime del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) dell’ONU devono restare entro + 1,5 °C rispetto all’epoca pre-industriale, onde evitare danni enormi al pianeta.

Quali azioni prevede il Green Deal Europeo

Il raggiungimento di tale scopo è dettato dal successo di altre “sfide intermedie” che la Commisione Europea ha identificato nelle seguenti azioni:

  • investire in tecnologie rispettose dell’ambiente;
  • sostenere l’industria nell’innovazione;
  • introdurre forme di trasporto privato e pubblico più pulite, più economiche e più sane;
  • decarbonizzare il settore energetico;
  • garantire una maggiore efficienza energetica degli edifici;
  • collaborare con i partner internazionali per migliorare gli standard ambientali mondiali.

Inoltre, come si legge nel sito dell’Unione Europea, “l’’UE fornirà inoltre sostegno finanziario e assistenza tecnica per aiutare i soggetti più colpiti dal passaggio all’economia verde. Si tratta del cosiddetto meccanismo per una transizione giusta, che contribuirà a mobilitare almeno 100 miliardi di euro per il periodo 2021-2027 nelle regioni più colpite”.

Quali scenari si prospettano?

La comunicazione del Green Deal Europeo è stata presentata l’11 dicembre 2019 e, in quell’occasione, i leader dell’UE hanno inoltre ribadito il proprio impegno a svolgere un ruolo guida nella lotta globale contro i cambiamenti climatici, sostenendo che la transizione verso la neutralità climatica offrirà significative opportunità anche sul fronte economico, contribuendo alla formazione di nuovi modelli di business e mercati, quindi di nuovi posti di lavoro e sviluppo tecnologico.

Un anno dopo, il Consiglio europeo ha confermato il proprio impegno a favore della transizione ecologica approvando l’obiettivo di riduzione interna netta delle emissioni di gas a effetto serra pari ad almeno il 55 % entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 (anziché del 40% come concordato nel 2014).

L’anno dopo ancora, il Consiglio e il Parlamento hanno un pacchetto di proposte volte a rivedere e aggiornare la normativa in materia di clima ed energia per garantirne la conformità con l’obiettivo concordato per il 2030.

È evidente quindi lo sforzo della Commissione Europea nel portare avanti tali obiettivi. La domanda che si pongono molti è: basterà?

Molte associazioni ritengono che per rispettare davvero gli accordi di Parigi, l’Unione Europea dovrebbe tagliare del 65% rispetto al 1990. Come detto, gli obiettivi fissati dalla Commissione Europea sono fermi ad un taglio del 55%, senza specificare, però, se l’obiettivo prevede le sole emissioni di gas serra oppure le emissioni nette, che tengono conto dell’assorbimento di boschi e foreste.

Infatti, se l’obiettivo comprendesse solo le emissioni nette il taglio del 55% potrebbe risultare insufficiente.

Per vedere concretizzarsi davvero gli obiettivi posti dal Green Deal Europeo sarà fondamentale la collaborazione di tutte istituzioni europee e degli stati nazionali, soprattutto in sede di definizione del budget pluriennale, così come delle aziende private.

Per fare recepire a quest’ultime l’importanza del loro contributo, saranno fondamentali le politiche decise dalle istituzioni.

Queste dovranno fornire certezze agli investitori, solo così le imprese potranno essere davvero sostenibili e orientati a nuovi modelli di business che tengano conto di tutti gli impatti, finanziari e ambientali.

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