Incentivo Conto Termico, i numeri del 2024

13 Dicembre 2024 | Incentivi

Il contatore del Conto Termico 2.0, aggiornato al 1° dicembre, stima un impegno di spesa complessivo pari a 432 milioni di euro di cui 224 per privati e 199 per la Pubblica Amministrazione

Se stai valutando di realizzare un intervento di efficienza energetica per la tua struttura e/o per gli impianti interni, è probabile che tu abbia già sentito parlare del Conto Termico 2.0.

Si tratta di un incentivo pensato per agevolare i costi legati alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili e al miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti, rendendo più accessibili interventi spesso considerati onerosi.

La modalità di fruizione del contributo è simile a quella dello sconto in fattura, poiché l’importo incentivato viene erogato rapidamente, direttamente sul conto corrente del beneficiario dopo l’intervento.

Con una vasta gamma di interventi supportati, aliquote vantaggiose e tempi di rimborso particolarmente rapidi, cosa ti trattiene dal cogliere questa opportunità?

Forse perché, a differenza dei bonus fiscali, il Conto Termico 2.0 è ancora poco conosciuto, e questo ti porta a temere che possa nascondere delle insidie. Se è così, questo articolo fa al caso tuo!

Nei seguenti paragrafi troverai: le informazioni essenziali sul Conto Termico 2.0, le ragioni per cui si è affermato come strumento indispensabile per realizzare gli interventi di efficienza energetica e perché, secondo me, anche tu dovresti cogliere questa opportunità prima che sia troppo tardi. Buona lettura

Cos’è il Conto Termico 2.0

Il Conto Termico è stato introdotto con il D.M. 28/12/2012 al fine di incrementare l’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili. È rivolto alle Pubbliche Amministrazioni, imprese e privati.

Annualmente, vengono previsti dei limiti di spesa fissati dalla normativa, pari a 500 milioni di euro per i privati e 400 milioni di euro per la Pubbliche Amministrazioni (Art. 47, comma 9 bis).

Nel caso di imprese e privati sono incentivati, fino al 65% (a seconda delle condizioni e del tipo d’impianto) delle spese sostenute, gli interventi destinati a:

  • la sostituzione dei sistemi per la climatizzazione con tecnologie ad alta efficienza;
  • la produzione di energia termica da fonti rinnovabili.

Nello specifico, viene incentivata l’installazione degli impianti a pompa di calore, caldaie e stufe a biomassa, impianti solari termici, scalda acqua a pompa di calore e gli impianti ibridi a pompa di calore.

Per quanto riguarda le Pubbliche Amministrazioni, le condizioni sono ancora più vantaggiose.

Infatti, sono incentivati anche gli interventi di coibentazione, efficientamento degli infissi, l’installazione di caldaie a condensazione, i sistemi di schermatura e/o ombreggiamento, l’efficientamento dei sistemi di illuminazione, l’adozione di building automation e la trasformazione di edifici esistenti in edifici a energia quasi zero (nZEB).

Nel caso degli edifici scolastici, il contributo può arrivare a coprire fino il 100% delle spese.

La richiesta di Conto Termico può essere presentata entro 60 gg dalla fine di lavori e l’incentivo viene erogato entro 60-90 gg tramite bonifico, in un’unica rata se pari o inferiore a 5.000 euro, diversamente vengono spalmati su più rate.

Quante risorse sono state impegnate nell’anno 2024?

Sulla base delle informazioni disponibili al 1° dicembre, per il 2024 il contatore stima un impegno di spesa complessivo pari a 423 milioni di euro, di cui:

  • 224 milioni per interventi di privati;
  • 199 milioni per interventi della Pubblica Amministrazione, dei quali 95 mediante prenotazione.

Complessivamente, al 1° dicembre 2024, sono state pervenute 631.465 richieste di incentivo, di queste il 4% sono state rigettate.

Per quanto concerne la Pubblica Amministrazione, sono state presentate circa 33.290 richieste la maggior parte per l’installazione della caldaia a condensazione (il 53%), seguono poi progettazione di Diagnosi Energetiche e APE (15%), la realizzazione delle chiusure trasparenti (8,4%), la realizzazione dell’involucro opaco (8%), l’efficientamento dell’illuminazione (il 6%), la trasformazione di edifici esistenti in nZEB (3%), l’installazione degli impianti a pompa di calore (2,3%), l’installazione di sistemi building automation (1%), l’installazione di sistemi solari termici (1,4%), schermature solari (0,8%), l’installazione di sistemi a biomassa (0,4%) e l’installazione di sistemi ibridi (0,1%).

Per i privati, invece, le richieste ammontano a circa 737.440 di cui: il 58% per l’installazione di impianti a biomassa, il 26% per gli impianti solari termici, il 15% per gli impianti a pompa di calore, il 0,45% per gli impianti scalda acqua a pompa di calore ed infine, lo 0,16% per la progettazione delle Diagnosi energetiche e APE.

Considerazioni sull’andamento e scenari futuri

Dalla sua introduzione con il D.M. 28/12/2012 a oggi, il Conto Termico ha registrato una crescita costante. Tuttavia, una parte significativa del plafond annuale rimane ancora inutilizzata.

Questo rappresenta un’enorme opportunità mancata, soprattutto considerando lo stato di inefficienza del patrimonio edilizio italiano, in particolare quello della Pubblica Amministrazione.

Nonostante in questo ambito si sia osservata una crescita significativa nell’utilizzo degli incentivi, passando dai 7,2 milioni di euro del 2016 ai 199 milioni di euro del 2024, metà della disponibilità residua rimane ancora inutilizzata.

Una situazione simile si riscontra anche tra imprese e privati: nel 2016 l’impegno era di 28,5 milioni di euro, salito a 223,7 milioni di euro nel 2024, su una disponibilità totale di 500 milioni di euro.

A cosa può essere ricondotto questo spreco di risorse?

Beh, questi numeri evidenziano come, nonostante i progressi, ci sia ancora un ampio margine per migliorare l’accesso e l’utilizzo di questo strumento.

Rispetto ai più noti bonus fiscali, il meccanismo di accesso al Conto Termico è sempre stato caratterizzato da un iter più rigido e complesso. Questa complessità ha spesso spinto molti a rinunciare, preferendo contributi più semplici e immediati come, appunto, i bonus fiscali tradizionali.

Ecco perché è già stata annunciata la terza evoluzione del Conto Termico: il Conto Termico 3.0. Questa nuova versione punta a essere più efficace, rispondendo in modo più mirato alle esigenze delle Pubbliche Amministrazioni, dei privati e degli operatori del settore, come le ESCo.

Attenzione, nel nuovo Conto Termico, le caldaie a condensazione saranno escluse tra gli interventi incentivabili, nonostante, come abbiamo visto nel paragrafo precedente, abbiano rappresentato nel 2024 la percentuale più alta di richieste di Conto termico (ben il 53%).

Questa decisione segue le direttive comunitarie, ma potrebbe rimanere una possibilità di agevolazione per le caldaie a condensazione compatibili con il green gas, a condizione che il proponente dimostri l’utilizzo esclusivo di biocombustibili o idrogeno verde.

Dunque, con l’introduzione del Conto Termico 3.0, molte cose potrebbero cambiare, offrendo nuove opportunità ma anche ridefinendo i criteri di accesso agli incentivi. Per questo, è fondamentale cogliere ora l’opportunità offerta dal Conto Termico 2.0, sfruttando le risorse ancora disponibili.

Investire oggi significa garantire interventi di efficienza energetica con meccanismi consolidati, senza rischiare di perdere un’occasione unica per migliorare le proprie strutture e ridurre i costi energetici.

RiESCo è la Energy Service Company certificata UNI CEI 11352:2014 e ISO 9001 operante nell’ambito dell’efficienza energetica e degli incentivi dedicati, tra cui il Conto Termico.

Guidiamo il beneficiario nella sola presentazione della pratica o nella realizzazione a completamento dell’intera operazione, sollevandolo da pensieri e responsabilità.

Se desideri sfruttare al massimo le opportunità offerte dall’efficientamento energetico utilizzando le risorse ancora disponibili del Conto Termico, noi siamo qui per aiutarti.

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