Riscaldamento e raffrescamento, quanto conta l’efficienza energetica?
17 Novembre 2023 | Efficienza Energetica
Le soluzioni impiegate per climatizzare gli ambienti influenzano il benessere delle persone, ma anche il loro potere economico. Per questo l’efficienza energetica rappresenta la scelta strategica per godere di maggiori prestazioni e risparmi.
La spesa per riscaldare gli ambienti in inverno e per raffrescarli in estate è quella che più incide sul bilancio energetico dell’abitazione, mediamente, rappresenta l’80% dei consumi delle famiglie.
Lo stesso vale in ambito aziendale, in particolare per le imprese che operano nel terziario.
Pensiamo agli showroom o ai grandi uffici, luoghi dove l’adeguato benessere termico può risultare determinante in termini di vendite e prestazioni.
Il problema è che, spesso, gli edifici in questione dispongono di uno scarso isolamento termico e di impianti di climatizzazione tecnologicamente obsoleti.
Risultato: gli impianti consumano più energia di quella necessaria per svolgere la loro funzione e buona parte di questa viene dispersa all’esterno.
Di conseguenza, la spesa energetica si fa importante, in alcuni casi insostenibile, vedi gli straordinari rincari a cui abbiamo assistito a partire dal 2021.
In questo particolare momento storico, sembra che il prezzo di mercato stia andando stabilizzarsi, ma perché continuare a produrre più energia di quella necessaria e pagare bollette nettamente più alte di quelle che possono offrirci le odierne tecnologie impiegate?
I sistemi ad alta efficienza energetica per la climatizzazione invernale/estiva sono una realtà ormai ben consolidata e l’investimento iniziale viene efficacemente ripagato dagli incentivi e dai risparmi energetici che producono nel tempo.
Nei paragrafi a seguire andremo a confrontare questi impianti con quelli tradizionali, per apprezzarne i reali punti di forza. Se la premessa ti sembra interessante, leggi l’articolo fino alla fine!
Indice
Sistemi di climatizzazione attualmente impiegati
Attualmente, l’impianto più impiegato in Italia per la climatizzazione invernale è la caldaia (ben il 50% degli impianti totali impiegati), in primis quella tradizionale e a seguire quella a condensazione.
La caldaia tradizionale utilizza il gas per scaldare l’acqua da destinare al riscaldamento e/o all’uso sanitario, oggi è ampiamente superata, perché a differenza di quella a condensazione, offre scarse prestazioni e genera notevoli sprechi, economici e ambientali.
La fonte di cui si avvalgono entrambi i sistemi, però, resta il gas, e questo come sappiamo, oltre a generare forti danni sull’ambiente, ci rende schiavi delle speculazioni e delle oscillazioni del prezzo dell’energia.
Difatti, con la finalità di alleggerire la nostra impronta sul pianeta e, contestualmente, per innalzare gli standard di efficienza energetica, dal 2029 per i nuovi edifici, e quelli esistenti in fase di ristrutturazione, vigerà il divieto di utilizzo di sistemi di riscaldamento a combustibili fossili, specificando che gli Stati membri non dovranno più offrire “incentivi finanziari per l’installazione di caldaie individuali che usano combustibili fossili (…) al più tardi da gennaio del 2024“ (per approfondire ulteriori aspetti leggi il nostro articolo Stop alla caldaia a gas per le ristrutturazioni e per le nuove costruzioni).
Decisamente più sostenibile è la biomassa: anziché essere alimentata a gas, brucia pellet/cippato/segatura/legna a pezzi, dunque, fonti rinnovabili. Perché è meno impiegata della caldaia a gas? Principalmente per due motivi: la fonte di cui si avvale per produrre energia termica richiede un impegno a cui il fruitore della tradizionale caldaia non è abituato. Occorre raccogliere le risorse, gestire il trasporto, organizzare lo stoccaggio ed eseguire con costanza la pulizia dell’impianto.
Inoltre, l’investimento da sostenere è generalmente più elevato rispetto alla classica caldaia.
Per questo motivo la biomassa rappresenta circa il 28% del totale.
E poi c’è la pompa di calore.
Cos’è e quanto è efficiente la pompa di calore?
L’impianto a pompa di calore fa parte delle tecnologie che impiegano fonti rinnovabili poiché sfrutta l’energia presente in natura per produrre energia termica da destinare al riscaldamento o al raffrescamento.
Le sorgenti naturali da cui si può alimentare per produrre energia termica sono l’aria, l’acqua, o la terra (a seconda della tipologia d’impianto).
In queste sorgenti, infatti, è immagazzinata un’enorme quantità di energia che si rinnova continuamente grazie alle precipitazioni atmosferiche e alla radiazione solare.
Si tratta di una tecnologia altamente efficiente perché per funzionare la pompa di calore consuma energia elettrica, ma l’energia che produce e trasferisce all’interno dell’ambiente è maggiore di quella che consuma, permettendo un aumento delle prestazioni e contestualmente la riduzione di emissioni di gas ad effetto serra.
Per l’esattezza, questo impianto ha un coefficiente di prestazione (COP) molto elevato, di 3-4 (a seconda del livello di efficienza della macchina). Cosa significa?
Che con 1 kWh elettrico, prende calore dall’esterno e ne porta 3-4 kWh termici all’interno.
Questo, ovviamente, si traduce in un notevole risparmio, circa il 30%.
La pompa di calore può essere destinata alla climatizzazione degli ambienti, attraverso:
- riscaldamento radiante a pavimento;
- ventilconvettori, meglio conosciuti con il termine fan coil;
- canalizzazioni.
N.B.: la pompa di calore soddisfa anche l’uso sanitario.
Vantaggi della pompa di calore
Il primo grande vantaggio di questo tipo d’impianto è l’alto livello di efficienza energetica, il quale assicura, al contempo, un notevole risparmio economico.
Il risparmio poi, può accrescere maggiormente abbinando la pompa di calore ad un impianto fotovoltaico.
Inoltre, questo tipo di impianto garantisce maggiori prestazioni con un unico sistema poiché può fornire sia il riscaldamento che il raffrescamento, facendo a meno del consueto condizionatore ad aria.
Un altro vantaggio della pompa di calore è in termini di sicurezza: rispetto alla tradizionale caldaia, la pompa di calore è sprovvista di canna fumaria, la quale oltre a richiedere una manutenzione programmata, rappresenta un potenziale pericolo.
Ultimo in ordine ma primo per importanza, è il vantaggio ambientale. Abbattendo l’utilizzo di fonti fossili, vengono risparmiate tonnellate di CO2 emesse nell’aria.
Ma quanto costa l’impianto a pompa di calore?
Il costo di un impianto a pompa di calore ad uso domestico può variare dai 500€ ai 12.000€ a seconda del caso specifico.
In questo caso, incidono, e in maniera considerevole, le altre spese necessarie a predisporre l’intero impianto di riscaldamento, ovvero l’installazione dei ventilconvettori (circa 500€ a macchina) o dei pannelli radianti a pavimento (100 euro/mq + IVA).
In ambito aziendale, dove occorrono grandi potenze, il costo medio per una pompa di calore da ad esempio 400 kW è di 165.000 €.
Numeri importanti, ma analizziamo i consumi di questo tipo d’impianto comparandoli a quelli di una caldaia a gas.
Con la combustione, la caldaia trasforma 1 m³ di gas metano in 10 kWh termici.
Il prezzo di 1 m³ di gas si attesta a 1€ circa (a condizioni normali) quindi 1€/10 kWh termici: 10 cent al kWh termico.
Come anticipato nel paragrafo precedente, la pompa di calore con 1 kWh elettrico prende calore dall’esterno e ne porta 3-4 kWh termici all’interno.
Considerato che 1 kWh elettrico costa circa 30 cent il risparmio con la pompa di calore è di circa il 30%.
Inoltre, senza l’impiego del gas, la manutenzione dell’impianto è più semplice, quindi più sicura e meno onerosa.
Per quanto concerne l’investimento necessario, sì, la pompa di calore è più onerosa ma essendo una tecnologia ad alta efficienza energetica è fortemente incentivata dagli incentivi dedicati, mi riferisco all’ecobonus al 50% o al 65% e, soprattutto, al Conto Termico 2.0.
Quest’ultimo copre fino il 65% della spesa sostenuta. La procedura per accedere a questo incentivo è piuttosto complessa ma, a differenza dei bonus fiscali, viene erogato tramite bonifico e in tempi rapidi (in due mesi e in un’unica soluzione fino a 5.000 €, altrimenti attraverso più rate).
Climatizzazione degli ambienti: qual è la scelta strategica?
È evidente: oggi la pompa di calore è il sistema di climatizzazione, più sostenibile, economicamente e ambientalmente.
È efficiente perché impiega molta meno energia di quella che produce, sfrutta una risorsa rinnovabile senza impattare sull’ambiente, è flessibile perché soddisfa più esigenze impiegando un solo impianto, è più sicura e richiede meno manutenzione.
Per tutte queste ragioni, le direttive europee stanno sempre più promovendo questa scelta, anche attraverso i meccanismi d’incentivazione.
Gli operatori del settore stimano che la domanda globale di questo tipo d’impianto supererà i 450 milioni di unità entro il 2030, raddoppiando l’odierno 190 milioni, ma le prospettive sono ulteriormente in crescita per il 2050.
Se anche vuoi climatizzare i tuoi ambienti e produrre acqua calda sanitaria, in modo più efficiente, più sostenibile e, soprattutto, rendendoti meno schiavo dei prezzi del gas, noi ci siamo.