Quanta energia sprechiamo?
Nel 2019 la domanda energetica mondiale è arrivata a toccare i 14 miliardi di tonnellate equivalenti di petrolio (TEP) ed è cresciuta con il doppio della velocità rispetto all’anno precedente: + 300 milioni TEP.
Soddisfare questa domanda, soprattutto con questi ritmi, è una delle più grandi sfide al livello globale.
Come incide il l’approvvigionamento energetico nel nostro Paese?
In Italia il consumo interno lordo di energia all’anno è di circa 180 mln ton (fonte terna.it).
Se ripartiamo questi consumi su tutti i cittadini italiani (60 mln) si evince che il consumo pro-capite è di 3 TEP.
Peccato che 2/3, ovvero 2 TEP, finiscono per essere sprecati a causa di servizi diretti e indiretti (trasporto, costi di trasformazione, accise ecc).
Considerato che una tonnellata di petrolio (1 TEP) equivale fisicamente a 6-7 barili di petrolio che hanno un costo di circa 450 $ (tenuto conto del prezzo del barile di petrolio 60-70 $), possiamo evincere che quando sprechiamo 2 TEP contemporaneamente buttiamo 800-1000 € al prezzo d’acquisto.
Come esplicano i numeri sopra, l’approvvigionamento energetico rappresenta per l’Italia un costo perché ogni TEP che consumiamo serve a finanziare circa 450 $ all’estero, in più contribuiamo ad alimentare conflitti e disuguaglianze in tutto il mondo.
La distribuzione disomogenea dei combustibili fossili genera infatti tensioni politiche e di conseguenza guerre per la fornitura o per le vie di passaggio alle risorse energetiche.
Gli effetti poi si ripercuotono su ogni cittadino italiano: lo spreco di 2 TEP al consumatore finale incidono per circa 3000 €, l’equivalente di due mesi di lavoro in un anno per un contribuente medio.
È evidente, dunque, la forte necessità di abbattere gli sprechi energetici per ridurre la dipendenza energetica del nostro Paese ma anche per generare le risorse necessarie per affrontare gli obiettivi climatici.
Devi sapere infatti, che dalla fine del 18° secolo è stato emesso nell’atmosfera un aumento del 35% di CO2, con evidenti conseguenze sulla instabilità climatica.
Riassumendo, risparmiare energia conviene per tre motivi: perché ci guadagna l’Italia, il contribuente e l’ambiente.